La decisione del Gran Consiglio ticinese di obbligare l’insegnamento dell’Inno nazionale svizzero nelle scuole ha suscitato un certo dibattito sfociato nello “scontro” tra Sergio Roic e Lorenzo Quadri. I temi del dibattito sono diventati due: “cosa è la Svizzera” e “chi è svizzero”.
Roic argomenta in maniera corretta e serena che la Svizzera è il paese federalista, quindi con un forte decentramento dei poteri, e multiculturale per antonomasia. Di conseguenza è «il meno “nazionale” dei Paesi»
Quadri e la Lega, invece, non argomentano ma sbraitano in maniera scomposta di «averne pieni i santissimi di neo-naturalizzati che si mettono in politica a pontificare contro la Svizzera e contro gli Svizzeri».
Fermo restando che è indiscutibile il diritto di ogni cittadino di criticare il proprio Paese, altrimenti non saremmo in un Paese democratico, Quadri sembra voler aprire una sorta di gara tra chi è più svizzero.
Leggendo la biografia pubblicata sul sito internet di Lorenzo Quadri, non si scopre dove sia nato il nostro presunto “patrizio di Maglio di Colla”, nemmeno quale sia la sua storia personale.
Conosco bene la mia storia. Sono nato in Svizzera da genitori emigrati dal Sud Italia. Mio padre, contadino, è cresciuto in una piccola casa dove lui, i suoi sei fratelli e i suoi genitori dormivano tutti nella stessa stanza. Mia madre, contadina anche lei, è cresciuta con i suoi 9 fratelli in una fattoria dove l’acqua per l’uso domestico la dovevano prendere da un pozzo fuori casa.
È normale che in una situazione del genere si scelga di partire per cercare la “fortuna” altrove. La “fortuna” che hanno trovato i miei genitori è stata quella di poter fare gli operai in Svizzera. La fortuna di noi figli è stata quella di crescere in un Paese che malgrado qualche piccolo episodio di razzismo da bettola, ci ha accolto benevolmente. Accoglienza non gratuita, chiaramente. I lavori duri che i miei genitori hanno svolto qui in Svizzera non sono certo quei lavori che tutti sognano o sono disposti a fare!
Io sono nato e cresciuto in Svizzera, qui è nato mio figlio e qui intendo restare. Da alcuni anni sono diventato cittadino svizzero. Ho iniziato a fare politica prima ancora di ricevere il passaporto rossocrociato, e l’ho fatto perché il mio senso di appartenenza a questa comunità era già saldo.
Tutta questa storia perché c’è una cosa che vorrei dire al Signor Quadri: non accetto lezioni di “svizzeritudine” da una persona convinta che la capitale della Confederazione Elvetica sia in via Monte Boglia! Apra gli occhi il nostro presunto “patrizio di Maglio di Colla” e impari a vedere quali sono i valori che hanno fatto della Svizzera un grande Paese. Valori che lui e suoi compagni di partito calpestano almeno una volta alla settimana, da oltre vent’anni.