Il prossimo 8 marzo, le cittadine e i cittadini ticinesi saranno chiamati ad esprimersi su l'iniziativa dei Verdi Liberali denominata «Imposta sull'energia invece dell'IVA» che chiede l'introduzione di una tassa sulle fonti di energia non rinnovabili come petrolio, gas naturale, carbone e uranio, e che questa nuova imposizione venga compensata con l'abolizione dell'IVA.
L’iniziativa prevede anche varie misure intese a impedire che, a causa di questa nuova imposizione, le imprese in Svizzera siano svantaggiate rispetto alla concorrenza estera. In particolare le imprese a forte consumo energetico potrebbero essere esonerate totalmente o in parte dall’imposta sull’energia.
Quindi questa nuova imposta invece di gravare sui grandi consumatori di energia, andrebbe ad intaccare i bilanci delle economie domestiche private, in particolare di quelle a basso reddito che vedrebbero svariate voci di spesa aumentare. Per esempio difficilmente questa nuova imposta andrembe ad incentivare la sostituzione dei tradizionali impianti di riscaldamento negli immobili speculativi i cui aumentati costi di riscaldamento semplicemente verrebbero riversati sugli inquilini.
È bene ricordare anche che l’IVA fornisce un importante contributo al finanziamento dei compiti dello Stato. Nel 2013 i suoi proventi sono stati di 22,6 miliardi di franchi, ossia oltre un terzo delle entrate della Confederazione, di cui 2,8 miliardi sono stati riversati nelle casse dell’AVS e più di un miliardo in quelle dell’AI.
Se l'iniziativa dovesse avere successo, la Confederazione, dopo aver abolito l'IVA, si troverebbe nell'assurda situazione di dover introdurre una nuova tassa che vada a rimpiazzare le entrate nel frattempo perse o, peggio, ad augurarsi che la sostituzione delle enerigie non rinnovabili con quelle rinnovabili non avvenga.
Quindi diciamo NO all'iniziativa «Imposta sull'energia invece dell'IVA». No perché essendo un'imposta regressiva, è antisociale. No perché potrebbe mettere a rischio il finanziamento di AVS e AI.