Ad aprile ci saranno le elezioni comunali e a Massagno c'è chi freme per un posto in Municipio. Stiamo parlando di P. Bouvet, attuale consigliere comunale della Lega, che con l'evidente intenzione di prendere il posto del suo collega di partito in Municipio, ha scelto di farsi notare prendendosela con me, municipale socialista, con una campagna monotematica e assillante. Per questo non posso fare altro che ringraziare il Bouvet per le sue attenzioni, segno evidente della grande stima che egli prova nei miei confronti.
Infatti, leggendo le molte prese di posizione dell'aspirante leader locale della Lega sembra che io a Massagno abbia pieni poteri per fare il bello e il brutto a mio piacimento. Egli ritiene che la cosiddetta Tassa sul sacco sia stata pensata, preparata e decisa da me in piena autonomia, dimenticando (o forse ignorando) che in Municipio le decisioni vengono prese assieme agli altri colleghi: qualche volta a maggioranza, altre volte all'unanimità. Ma mai in minoranza. Può anche capitare che alcune decisioni vengano prese contro il parere del capodicastero competente.
È vero che il buon Bouvet è stato un po' imboccato dal giornaletto del PPD massagnese dove si sostiene che il capodicastero, cioè io, abbia tenuto la Tassa sul sacco nel cassetto per troppo tempo. Ma precisiamo subito che io un ufficio in Municipio non ce l'ho e quindi nemmeno un cassetto dove nascondere i documenti.
Dopo la sua bocciatura nel 2009, da parte dei consiglieri leghisti e da buona parte di quelli pipidini, il messaggio municipale della Tassa sul sacco è stato conservato in un cassetto dell'Ufficio tecnico in attesa che il consenso politico attorno a un tema da sempre controverso potesse maturare a sufficienza per essere ripreso e tornare all'ordine del giorno. Quel momento è giunto grazie a due eventi più o meno contemporanei. Il primo è stato il legittimo ricorso di un cittadino a seguito del quale il Consiglio di Stato ha stabilito che la vecchia tassa per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti di Massagno non era conforme al principio di causalità, quello secondo il quale chi più inquina più deve pagare. Il secondo evento è stata la giravolta spaziale che il consigliere di stato Zali ha imposto, non senza imbarazzo generale, ai suoi colleghi di partito. Infatti, in risposta a un'iniziativa parlamentare dell'allora deputato Manuele Bertoli, il leghista Zali ha proposto l'introduzione di una Tassa cantonale sul sacco.
Tornato d'attualità il tema della Tassa sul sacco, con l'Ufficio tecnico di Massagno e con tutto il Municipio, non io da solo, ci siamo adoperati lungamente e incessantemente affinché si potesse presentare al Consiglio Comunale un Regolamento per la gestione dei rifiuti condiviso e condivisibile, che potesse soddisfare tutte le sensibilità politiche. Così è stato, infatti il Regolamento ha ottenuto l'approvazione di tutte le forze politiche presenti a Massagno.
Grande imbarazzo, dicevamo, per i leghisti, e forse il Bouvet si è trovato un po' disorientato. In Consiglio Comunale, anche lui, con tutto il suo gruppo, ha approvato la Tassa sul sacco. Ma forse ha paura di essere venuto meno a qualche vecchio dogma leghista, quindi ogni due giorni se ne esce da qualche parte con incomprensibili accuse e critiche relative a qualcosa che lui stesso ha accettato, dicendo però che la colpa è la mia. «Non sono stato io!», dice lui...