Eccoci, con un anno di ritardo ci stiamo avvicinando alla fine di questa legislatura, la seconda per me. Un anno in più che ha stravolto le nostre vite e le nostre abitudini, magari facendoci riflettere con maggiore profondità su quale vita vogliamo vivere e su quale mondo vogliamo abitare. Ci siamo trovati impotenti di fronte a un microscopico virus il quale ci ha ricordato che la “grandezza” dell'essere umano è poca cosa in confronto a quella della natura.
Il nostro Comune, la nostra azione politica e sociale non possono restare indifferenti a queste riflessioni. È necessario chiederci se il nostro agire, se le nostre abitudini, se i nostri standard di vita siano ancora adeguati.
Da troppo tempo l'azione umana è protesa al massimo rendimento in termini non solo monetari, ma anche sociali. Produrre e consumare è stato il mantra degli ultimi decenni, spinto da ideologie neoliberiste fuori controllo, con grande danno per le fasce di popolazione più deboli e per l'ambiente che ci circonda.
Durante questo ultimo anno, impossibilitati a “sprecare” il nostro tempo libero nei centri commerciali, ci siamo accorti di quanto sia importante avere dei luoghi incontaminati dove andare a passeggiare per rigenerarci. I lunghi periodi trascorsi in casa ci hanno dimostrato quanto sia importante poter disporre di un alloggio dignitoso ma con un prezzo accessibile a tutti. Non sarà stato facile, per molte famiglie massagnesi, ritrovarsi a casa 24 ore al giorno con tutta la famiglia, con i figli occupati nella scuola a distanza e i genitori nel telelavoro.
Questo anno deve essere l'occasione per rinnovare profondamente i nostri programmi e il nostro vivere quotidiano. Non grandi progetti di urbanizzazione che stanno trasformando il nostro comune in un perenne e rumoroso cantiere. Alberi veri che permettano di tenere al fresco le nostre strade e i nostri quartieri, non operazioni estetiche poste in verticale sulle facciate dei palazzi. Giardini veri, fatti di prati e fiori, non quintali di ghiaia e ruggine. Piazze e luoghi di aggregazione, dove i nostri giovani possano ritrovarsi liberamente.
Lo dicevo un anno fa e ne resto convinto oggi più che mai: «Solo un Comune propositivo, capace di essere vicino alla cittadinanza senza volerla addomesticare, senza manie di grandezza, capace di offrire luoghi di incontro liberi da palazzi anonimi e condizionamenti socio-politici potrà continuare a far sentire le massagnesi e i massagnesi a casa loro».