Negli scorsi giorni, in Francia è entrata in vigore una legge denominata “Clima e resilienza” che, tra le varie cose, dichiara illegali le abitazioni che, non essendo mai state risanate, consumano troppa energia: le cosiddette “baraccopoli energetiche”.
Secondo il Ministero della Transizione Ecologica, su 30 milioni di abitazioni principali, ce ne sono 5,2 milioni classificate come F o G (gli ultimi due livelli sulla scala dell’efficienza energetica composta di 7 gradini), cioè il 17% delle abitazioni primarie. Includendo anche le case secondarie e le proprietà sfitte, la cifra sale a 7,2 milioni di unità abitative.
La nuova legge stabilisce delle tappe temporali molto severe entro le quali queste abitazioni devono essere risanate e rese maggiormente efficienti dal punto di vista energetico, per esempio migliorandone l’isolamento e aumentandone l’efficacia dei sistemi di riscaldamento.
Il primo passo previsto dalla normativa è il divieto assoluto di aumentare le pigioni richieste fintanto che gli alloggi non saranno portati a una classificazione energetica pari o inferiore alla E. Il blocco si applica sia ai nuovi contratti di locazione, sia a quelli già in vigore. Senza interventi, dal 1° gennaio 2023, le circa 500.000 case maggiormente energivore, quelle con un consumo energetico annuo superiore a 450 kWh/mq non potranno più essere affittate. Stessa sorte, dal 1° gennaio 2025, per le abitazioni con una classificazione energetica pari alla G, mentre per le F il termine sarà il 2028. Per gli alloggi che rientrano nella classe E ci sarà poi tempo fino al 1° gennaio 2034 per renderli più efficienti, pena l’impossibilità di essere affittati anche per loro.
Questa legge, voluta per ridurre l’impatto che in generale i consumi hanno sull’ambiente, ha anche il pregio di introdurre una tutela per gli inquilini che risultano protetti da aumenti delle pigioni proposti nonostante gli alloggi siano energeticamente vetusti. Anzi, il potere degli inquilini viene di fatto rafforzato, infatti potranno esigere che il proprietario esegua i lavori necessari.
Frutto di un lungo iter parlamentare, l’introduzione di questa legislazione risulta essere quindi di grande attualità, tenuto conto delle crescenti preoccupazioni in merito all’approvvigionamento energetico e ai relativi costi notevolmente aumentati.
Il risultato finale di questa operazione dovrebbe anche essere quello di portare a un risparmio monetario per gli inquilini che grazie al risanamento energetico della loro abitazione, potranno beneficiare di un’importante riduzione delle spese di riscaldamento. Insomma, la salvaguardia del clima è anche una questione monetaria che porta beneficio al nostro borsello.
* Apparso su Area - Quindicinale di critica sociale e del lavoro N°13 - 2 settembre 2022