«Siamo in un momento particolarmente critico per gli inquilini: l’aumento degli affitti, delle spese del riscaldamento sono costi sui quali non hanno nessun controllo, non essendo loro i proprietari». Spiega così Adriano Venuti, vicepresidente dell’Associazione svizzera inquilini (Asi), la decisione presa dai delegati di quest’ultima di lanciare “un doppio referendum contro due progetti della lobby immobiliare adottati dal parlamento durante la sessione autunnale”. “Queste due revisioni della legge – scrive l’Asi, che si dice molto critica nei confronti delle disposizioni prese dall’Assemblea federale – diminuiscono considerevolmente la protezione degli inquilini e portano a pigioni più elevate”. Abbiamo approfondito il tema con Venuti, che è anche presidente della sezione ticinese dell’Asi.
A che cosa punta l’Associazione svizzera inquilini con il doppio referendum?
L’obiettivo è fermare l’ennesimo attacco da parte della lobby immobiliare al diritto di locazione. Dal punto di vista degli inquilini – che rappresentano la parte contrattuale più debole in quanto non sempre hanno il coraggio di fare valere i propri diritti temendo di essere mandati via – la situazione è critica. Inoltre il Parlamento boccia regolarmente le proposte che i nostri rappresentanti fanno in favore degli inquilini. Negli ultimi anni abbiamo chiesto degli aiuti per le attività commerciali che non hanno potuto lavorare durante la pandemia, nonché una moratoria sull’aumento degli affitti dovuti all’incremento del tasso di riferimento ipotecario legato all’inflazione. Tutti suggerimenti bocciati. Questi due progetti invece, che possono sembrare marginali ma non lo sono, sono stati accolti dopo una lunga discussione.
Il doppio referendum è stato lanciato contro due progetti adottati dal Parlamento durante la sessione autunnale. Che cosa prevedono queste revisioni della legge?
La prima chiede di accelerare la procedura di ripresa in possesso del proprio appartamento in caso di bisogno proprio. Già oggi il proprietario di un appartamento in affitto può reclamare il diritto per uso proprio facendo uscire l’inquilino. Naturalmente una persona non può lasciare il luogo in cui vive dall’oggi all’indomani, per cui solitamente nasce un dialogo tra le parti che concede all’inquilino un periodo per trovare un’altra sistemazione confacente ai propri bisogni, il che allunga naturalmente i tempi. La mozione in questione vuole dunque accelerare queste procedure prevedendo di poter disdire i contratti con maggiore facilità. Inoltre, spesso, non vi è alcuna verifica se il diritto per uso proprio viene reclamato correttamente dal proprietario o unicamente come pretesto. La seconda iniziativa riguarda la sublocazione. Un inquilino che deve lasciare temporaneamente il proprio appartamento ha la possibilità di subafittarlo riprendendolo più tardi alle stesse condizioni di prima. Attualmente la sublocazione può essere vietata dal proprietario tramite il contratto. Ora si vuole complicare ulteriormente il quadro inserendo un iter burocratico che prevede una richiesta scritta. Nel caso di errore nella procedura amministrativa il proprietario di casa potrebbe domandare all’inquilino di disdire il contratto. Un proprietario potrebbe voler disdire con facilità un contratto di locazione, perché spesso si tratta di documenti relativamente datati e che quindi prevedono ancora dei prezzi tutto sommato ragionevoli. Disdicendo il contratto, si può rimettere l’appartamento sul mercato a un prezzo più alto. Sono queste le cose che ci preoccupano, perché la tendenza mostra che non c’è una volontà da parte della lobby immobiliare di fermarsi lì.
Com’è la situazione in Ticino, ci sono delle specificità al Sud delle Alpi rispetto al resto della Svizzera?
Il Ticino si allinea alle criticità rilevate a livello nazionale. I problemi sono in effetti gli stessi. Oltralpe ci sono magari più studenti in sublocazione, ma si tratta di una pratica che viene ora usata anche qui da chi frequenta l’Università della Svizzera italiana.
Il tema è dunque molto sentito dalla popolazione. Siete fiduciosi sull’esito del doppio referendum?
La campagna di raccolta fondi che abbiamo lanciato ha registrato una buona partecipazione da parte della popolazione. Abbiamo iniziato con le petizioni e mi sembra ci sia un buon riscontro. Come spesso capita in democrazia, tutto dipende dai mezzi finanziari messi a disposizione. Se la controparte, che di soldi ne ha parecchi, ne mette molti più di noi, diventa complicato farci valere. Non va poi dimenticato che molti inquilini, essendo stranieri, non hanno il diritto di voto e non possono dunque decidere su dei temi che però li toccano direttamente. La partita è aperta, ma siamo fiduciosi. Il 10 ottobre partirà la raccolta firme e poi ci sarà l’iter parlamentare. La votazione si terrà quindi al più presto nella primavera del prossimo anno.
* intervista di Vittoria De Feo, apparsa su laRegione del 10 ottobre 2023