L'Ufficio federale delle abitazioni ha incaricato la Banca Cantonale di Zurigo di realizzare uno studio sull’andamento dei “vecchi” affitti, cioè sull’evoluzione dei canoni di locazione delle abitazioni in cui non c’è stato alcun cambiamento di inquilino per un lungo periodo.
Prendendo come punto temporale di riferimento il 2006, dai risultati si evince che gli affitti proposti successivamente a quella data sono aumentati di circa il 24%, mentre quelli fissati precedentemente a quella data e che sono tuttora abitati dagli stessi inquilini, sono rimasti quasi invariati, in questo caso il rincaro è inferiore al 5%.
Questo vuol dire che coloro che nel 2006 hanno sottoscritto un contratto di locazione di 1.000 franchi al mese e non hanno più cambiato casa, oggi pagano 1.050, mentre coloro che nel frattempo hanno dovuto o voluto cambiare abitazione, per un alloggio paragonabile a quello precedente, oggi ne pagano 1.240. Una bella differenza!
Questi dati li possiamo mettere in relazione con la statistica relativa al numero di traslochi effettuati ogni anno in Svizzera. Nel nostro paese, sull’arco di 12 mesi, circa il 10% della popolazione cambia abitazione. Stiamo parlando di più o meno 750.000 persone. Le motivazioni per cui le persone si spostano sono evidentemente molte. Ma a chi giova tutta questa mobilità interna? Ai padroni di casa! Infatti, se teniamo conto delle cifre esposte, è chiaro che ad ogni cambio di inquilino, i locatori ne approfittano per aumentare l’affitto.
È in questo contesto che possiamo inserire anche le due recenti modifiche del codice delle obbligazioni che la maggioranza di destra al parlamento federale ha approvato sotto l’egida della lobby immobiliare e su cui il popolo sarà chiamato a votare. Modifiche legislative che vanno proprio nella direzione di facilitare la possibilità di disdire un contratto di locazione, spingendo gli inquilini a cercare una nuova sistemazione che costerà più della precedente e che permetterà ai proprietari di rimettere sul mercato lo stesso appartamento a un costo più alto in modo da aumentare i propri profitti.
Una soluzione per porre un freno a questo malandazzo sarebbe quella di introdurre il modulo ufficiale a inizio locazione, uno strumento che obbliga i locatari a dichiarare la pigione pagata dal locatore precedente e a giustificarne l’eventuale aumento. Questo modulo è già in uso in alcuni cantoni dove un certo effetto calmierante lo ha ottenuto. Negli scorsi mesi il Consiglio federale ha messo in consultazione alcune misure che se attuate dovrebbero frenare l’impennata delle pigioni. Una di queste, quasi l’unica interessante e potenzialmente efficace, è proprio l’introduzione generalizzata in tutta la Svizzera di questo modulo. Riusciranno le autorità federali a non farsi legare le mani dai potenti settori immobiliari in cerca di guadagni spropositati? Speriamo!