Il lavoro non deve essere solo un'opportunità, ma deve diventare una certezza. Il precariato generalizzato e lo sfruttamento da parte delle agenzie di collocamento e delle aziende loro complici devono trovare un limite fermo e rigido che dia nuova dignità alle lavoratrici e ai lavoratori.
Giovani, anziani e donne sono certamente le categorie più in difficoltà.
I giovani a causa delle sempre maggiori incertezze professionali sono costretti a posticipare il loro momento di emancipazione, dovendo spesso rinunciare alla costituzione di una propria famiglia.
Nei frequenti casi di ristrutturazione aziendale, gli anziani sono i primi ad essere colpiti dal licenziamento o dal pre-pensionamento che oltre a causare un danno economico per il lavoratore causano un danno morale forse maggiore insinuando in queste persone un senso di inutilità.
Alle donne è spesso negato il diritto di vivere appieno la propria femminilità attraverso la gravidanza che è, purtroppo, vista come un impedimento all'attività professionale.
La dignità delle lavoratrici e dei lavoratori devono ritrovare la meritata centralità in un rapporto tra loro e i datori di lavoro che troppo spesso è stato ed è sbilanciato in favore di questi ultimi.